Una bistecca alla Fiorentina tra i monti di Avellino e Benevento ? Certo che si ! Grazie alla indicazione geografica tipica del vitellone bianco dell’Appennino Centrale che identifica le carni bovine di razza chianina, marchigiana e romagnola di animali allevati nelle province di Avellino e Benevento.
L’Igp in questione è una carne che racchiude in se innumerevoli pregi: è a basso contenuto di colesterolo e dunque a pieno titolo elemento della dieta mediterranea, dal gusto pieno ma allo stesso tempo delicato e dalla possibilità di essere impiegata in numerose ricette.
E’ ovvio che il modo migliore per gustarla è nella classica variante alla brace con il metodo alla Fiorentina, che consiste nel far cuocere la carne, di pezzatura considerevole, minimo 800 grammi, 4/6 minuti per lato a distanza di circa 30 centimetri dai carboni ardenti ma senza fiamma, con un unico turno di “girata” del pezzo di carne. La cottura verrà resa omogenea dalle piccole filature di grasso che la carne presenta.
Va mangiata al sangue, cuocerla più del tempo previsto è un’offesa all’arte culinaria, in tal caso si consiglia di optare per un hamburger di terzo taglio.
Altri modi per gustare il vitellone bianco sono lo spezzatino e lo stufato mentre altre parti dell’animale si prestano per diventare la base di ragù o stracotti.
Va senza dire che con questa Igp, occorre far ricorso ad una doc come l’aglianico ma se volete sublimarvi non esitate a far respirare per dodici ore un Taurasi Docg per poi accompagnare una bistecca fumante.
In tal caso, forse la vostra tasca non sarà felice, ma il vostro palato vi ringrazierà.