Un successo che è il frutto di passione e sacrificio, di sudore e abnegazione. E, soprattutto, di amore per la terra. La propria terra.
Nasce così il Greco di Tufo DOCG griffato Sertura da Giancarlo Barbieri, giovane winemaker avellinese che in pochi anni ha bruciato le tappe, riuscendo a posizionare il suo bianco per eccellenza in un segmento di mercato in cui la concorrenza è tanta ed anche qualificata.
Da pochi giorni il suo Greco di Tufo 2015 è sulle tavole dei ristoranti e negli scaffali delle enoteche.
E promette di conquistare ulteriori quote di palati, quelli, per intenderci, per i quali il vino rappresenta una leva culturale in grado di raccontare e testimoniare tutto ciò che c’è prima di finire in un calice.
Il 2015 è stato un anno di grande spessore, uno dei migliori dell’ultimo decennio, che ha prodotto uve piene di sole e vini altamente performanti.
E, così, il Greco di Tufo 2015 di Sertura si conferma un vino sapido, minerale con note di agrumato, un vino che si sposa alla perfezione con i piatti a base di pesce ma che è in grado di esaltare anche il gusto di un’ottima pizza margherita!
Dopo la promozione tra i “migliori dieci Greco di Tufo” a giudizio del giornalista Luciano Pignataro, un nuovo attestato all’ottimo lavoro che sta svolgendo Giancarlo Barbieri è arrivato da Slowine, una tra le principali guide nazionali dedicate al mondo del vino, che ha speso parole importanti per la cantina avellinese che, al di là delle citazioni, sta avendo ottimi riscontro sui mercati nazionali ma anche internazionali.
“Qualche giorno fa mi ha contattato un ristoratore dell’Oregon che aveva assaggiato il Greco di Tufo Sertura la scorsa estate in Costiera Amalfitana – racconta Barbieri –. Mi ha detto di essersene innamorato e che avrebbe voluto una fornitura da inserire nella carta dei vini del suo ristorante”.
In effetti, il Greco di Tufo DOCG Sertura seduce (non solo gli americani) per quella sua capacità di trasferire a chi lo beve l’essenza del territorio, la sensazione di saper raccontare le colline dell’Irpinia, il clima, l’asprezza dei terreni, un anno intero di lavoro.
Quel lavoro che proprio in autunno vive il suo periodo più intenso e più affascinante con Giancarlo Barbieri che sin dalle prime ore della mattina, insieme ai suoi operai, si trasferisce in vigna per la raccolta delle uve, che viene fatta manualmente, come da tradizione.
Per poi trasferirsi in cantina, dove avviene la pressatura, soffice, con rese basse, con il mosto che viene lasciato nei serbatoi in acciaio a fermentare.
Un’esperienza unica, quella vissuta in vigna e in cantina, che arricchisce chi ha il piacere di viverla.
Per Informazioni: Sito web Vini Sertura