Il Carciofo di Paestum, chiamato anche Tondo di Paestum, in virtù della sua caratteristica forma, è un prodotto a Indicazione Geografica Protetta coltivato esclusivamente nei comuni campani di Agropoli, Albanella, Altavilla Silentina, Battipaglia, Bellizzi, Campagna, Capaccio, Cicerale, Eboli, Giungano, Montecorvino Pugliano, Ogliastro Cilento, Pontecagnano Faiano, Serre ricadenti della provincia di Salerno.
E’ una pregiata produzione della Valle del Sele già nota per la produzione della Mozzarella di Bufala Campana.
Ha un grandezza maggiore rispetto ad altre coltivazioni dello stesso tipo e la sua coltura intensiva ha origine all’inizio del secolo scorso, sebbene già dall’antichità, nella valle del Sele il carciofo fosse particolarmente apprezzato e dunque coltivato.
L’uso nella cucina campana è frequente, ma viene utilizzato anche in prodotti trasformati, come sott’olio.
Tra le ricette più succulente che è possibile gustare nella Valle del Sele a base di carciofo, le farfalle alla genovese con carciofo dove il tondo di Paestum si sposa con la cipolla in un denso sughetto.
L’uso più classico, però, è alla brace, farcito di prezzemolo, formaggio, pepe e pezzettini dello stesso gambo.
Essendo un ortaggio tenace e dal gusto forte, si abbina alla perfezione con i vini più “maestosi” della Campania, in particolare l’aglianico dell’Irpinia e del Beneventano.
Numerose anche le sagre nel periodo estivo che si alternano nei comuni dell’area di produzione dove il Carciofo di Paestum la fa da padrone.
Il costo si aggira intorno ad un euro l’uno, ma nel periodo pasquale può anche raddoppiare considerato che rappresenta uno dei piatti tipici della tradizione campana.